l’editoriale di Piero Pratesi sul comunicato stampa della Paffoni sulla squalifica del palasport di Verbania.
Non posso accettare che una società giudichi esagerata una decisione presa da un organo superiore sia esso della Figc della Fip o della Lnp e qualunque sia la società che si chiami Verbania calcio, Rosaltiora, Fulgor Omegna o Domo basket e in qualunque campionato militi dalla seria A ai dilettanti. Non posso nemmeno leggere che la mancanza di barriere e l’indecisione arbitrale, vorrei sapere con che metro si giudichi l’arbitraggio ed eventuali decisioni, siano dei paraventi per comportamenti che probabilmente successi su altri campi verrebbero censurati in maniera pesante. Se la mancanza di barriere fosse un buon motivo per consentire a qualsiasi “tifoide” di entrare in campo in Inghilterra a tutte le partite di calcio dalla Premier League in giù ci sarebbe un’invasione del terreno di gioco. Proprio dall’Inghilterra ci è arrivato pochi giorni fa un episodio che ha fatto riempiere la bocca a molti, basta che poi certe cose non tocchino noi. Il tifoso che ha lanciato una banana verso Pierre-Emerick Aubameyang durante Arsenal-Tottenham è stato subito individuato ed arrestato e gli speroni come società si sono immediatamente dissociati da tale comportamento: condannandolo. Premetto che non ero presente ai fatti di Alba, ma ho letto il comunicato con le squalifiche a Ghizzinardi e Burlotto, che ci stanno come facente parti del gioco, oltre alla squalifica per due turni del palasport verbanese dovuta al fatto che, e qui per evitare fraintendimenti cito testualmente il comunicato: al termine della gara da parte di circa 10 tifosi ospiti che hanno raggiunto gli arbitri insultandoli (1 di essi spintonava leggermente il secondo arbitro ) Ammenda di 330,00 euro per offese agli arbitri per tutta la durata della gara da parte dei tifosi ospiti,e contemporaneamente atti a turbare il regolare svolgimento della gara , in 2 occasioni si rendeva necessario l’intervento della forze dell’ordine. Potendo anche ammettere a fatica che i direttori di gara potessero essere in giornata no, il giudizio è sempre molto soggettivo soprattutto quando si è parte in causa, però non penso che le forze dell’ordine citate nel comunicato, esattamente forze di Polizia, siano intervenute giusto per farsi un giro sul parquet. Di conseguenza per il mio modo di essere e pensare io non accetto più nessuna giustificazione. L’episodio è da censurare e basta, a prescindere che ci siano o meno le barriere e a prescindere che l’arbitro abbia sbagliato o no. Ci vuole rispetto e sottolineo rispetto. La competizione non è una battaglia, anche se qui dovrei aprire un’altra parentesi su chi avrebbe gli attributi per andare in battaglia ma non è né il momento né il luogo, ma una momento di divertimento e condivisone. Sì, condivisione anche con gli avversari sportivi. Finiamola di pensare che tutto sia un complotto che ci siano i “poteri forti” o chissà quali arcani disegni a determinare i campionati in qualsiasi sport perché se così fosse non vedo il motivo per cui tante società dovrebbero buttare via soldi per competere in tornei dove tutto è già deciso.
Piero Pratesi