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Il mio ricordo di un uomo speciale: grazie presidente
Oggi se n’è andato uno di famiglia. Perché per me, ma credo di poter dire per una intera generazione di omegnesi e non solo, Ugo Paffoni è stato e sempre sarà un punto di riferimento, un simbolo, un uomo cui essere riconoscente per l’eternità. Ricordo ancora chiaramente la prima intervista, nell’estate del 2007, nel suo ufficio , a Pogno. Il suo imbarazzo, la sua timidezza al microfono: quelle risposte brevissime, impacciate. Dopo quella prima intervista, ce ne sono state centinaia. E il rapporto è cambiato, come non era logico e scontato che fosse: Ugo è diventato un amico. L’uomo che mi ha permesso, per 14 anni, di vivere la mia più grande passione, di farla crescere, di coltivarla. Mi ha regalato gli anni più belli della mia vita: in giro per l’Italia, tutti i fine settimana, con il suo nome sulla maglia. Grazie a lui ho vinto, poco, ho sofferto, tanto. Grazie a lui gli amici della curva sono diventati gli amici della vita, grazie a lui ho conosciuto la mia futura moglie. Con lui da adolescente sono diventato uomo, ma la mia passione per la Fulgor è la stessa di sempre, di quando bambino ero sugli spalti del Palabagnella a tifare la squadra della mia città. E se ho visto la serie A, se ho visto Mike James, se ho conosciuto Matteo Bertolazzi, l’uomo che Paffoni ha amato più di tutti, se abbiamo vinto tre Coppe Italia, il merito è tutto suo. Di una persona speciale, un imprenditore straordinario, uno che alle parole ha sempre anteposto i fatti.
“ Signor Ugo, quest’anno torniamo in serie A e vinciamo la Champions.
“ Piovera, sono anni che me lo dici eh. Speriamo che sia la volta buona”-mi rispondeva ridendo di gusto, anche poche settimane fa
La Champions non posso promettergliela perché non dipende da me Presidente. Ma la serie A2 nel nuovo palazzetto che avrebbe tanto voluto vedere inaugurato, quella gliela prometto. Non avrò pace finchè non succederà. Mi sembra il minimo ringraziarla e onorarla così, per tutto quello che mi ha regalato in 14 anni.
Grazie presidente, non la dimentichero’ mai
