Le parole del tecnico rossoblù sulla situazione pandemica
«Fermiamo l’attività per un paio di settimane, poi facciamo il punto e organizziamo la ripartenza»: non ha dubbi sul da farsi in Serie D il tecnico del Gozzano Massimiliano Schettino, che in tal senso si dissocia con il parere di altri colleghi. «Non sono d’accordo con chi dice “giochiamo perché la vita va avanti”: il discorso non regge sotto tanti punti di vista – sottolinea l’allenatore rossoblù -. Fanno fatica i professionisti a scendere in campo in queste settimane, figuriamoci noi in Serie D. È giusto fermare tutto perché al primo posto c’è la salute e poi è impossibile garantire una certa sicurezza sanitaria durante le sedute di allenamento. Risulta veramente complicato allenarsi e di conseguenza giocare. Fermarsi significa garantire una certa regolarità successiva. Se una squadra ha cinque, sette, nove positivi, come fa a giocare? E come si può sostenere che non sia falsato il risultato? Il calcio è importante, ma non è al primo posto delle priorità al momento». E poi il tecnico allarga la propria riflessione. «L’emergenza sanitaria che perdura da due anni avrebbe dovuto indurci a ripensare ai calendari – evidenzia -. La Serie D nel 2020/2021 ha dimostrato come si possa giocare con proficui risultati sino a giugno inoltrato. Credo che giocare con il sole sia meglio che con la neve, la pioggia e la nebbia. Fermarsi nei mesi più freddi, come gennaio, e giocare in quelli più caldi, come giugno, aiuterebbe un po’ tutti: dai giardinieri ai tifosi e in primo luogo i calciatori. Credo che il modello svizzero, in tal senso, sia funzionale».
Andrea Calderoni