La parola al centrocampista ex capitano del Gozzano
Roberto Guitto ha sposato la causa del Gozzano nell’inverno 2016/2017 e da quel momento sulle sponde del Lago d’Orta si è tolto indubbie soddisfazioni. Dapprima un girone di ritorno da record, poi una promozione storica in Serie C e quindi il ritorno in una categoria consona alle sue qualità. Centrocampista d’ordine, il 29enne napoletano ha già superato le cento presenze in tutte le competizioni con la maglia rossoblù, la prima delle quali risale al dicembre 2016 contro il Borgosesia. Prima della pausa forzata a causa del Coronavirus, complice la partenza di Samuele Emiliano, si è anche tolto la soddisfazione di indossare la fascia di capitano del Gozzano, anche se poi l’ha dovuta cedere al suo corregionale Agostino Garofalo, approdato nel Cusio sul finire dell’ultima sessione di calciomercato. «Sono arrivato quattro anni fa a Gozzano e mi hanno accolto immediatamente come un figlio. Il Gozzano non è una società di calcio, ma una grande famiglia. Non dimenticherò il trionfo in Serie D, ma anche l’esaltante girone di ritorno della stagione precedente resta indelebile. Sono talmente legato a Gozzano che sto passando questa lunga quarantena proprio sul Lago d’Orta» spiega Guitto. E sulla situazione attuale, nella quale in tanti richiedono un taglio degli stipendi di calciatori e allenatori il centrocampista del Gozzano dice: «Mi sembra assurdo pensare ad un taglio degli stipendi in Serie C. La maggior parte di noi guadagna come un operaio. Abbiamo, come tutti, la famiglia e la casa da mantenere, il mutuo da pagare. Capisco la Serie A, ma il discorso è diametralmente opposto per la nostra categoria. Non mi appare corretto ridurre i nostri salari».
Andrea Calderoni