Il silenzio della società, tifosi del Verbania smarriti
Una retrocessione, a tavolino, che è passata in sordina, sotto silenzio. Il che, pensando al seguito ed a quello che rappresenta il calcio a Verbania, è uno schiaffo ai tifosi biancocerchiati. E’ vero che il coronavirus ha scombussolato i piani, causato uno tsunami economico di cui non conosciamo ancora gli effetti. Ci sono aziende in ginocchio, lavoratori senza occupazione e tanti dubbi sulla ripresa. Ma forse per questo, proprio per questo, la retrocessione del Verbania sancita dal Consiglio Federale di lunediì, atto finale di un processo già in atto da settimane, meritava quanto meno una dichiarazione pubblica da parte della società. Invece nessun comunicato, nessuna dichiarazione ufficiale: scelta legittima, per qualcuno anche comprensibile. Ma così facendo, si lascia troppo spazio all’interpretazione. ” Era quello che voleva la società, non volevano salvarsi” il ritornello che si ascolta nei bar di Verbania da lunedi pomeriggio. Perchè al di là di tutto, la passione per il calcio, a Verbania, non è retrocessa. E i tanti tifosi che, ogni domenica hanno sempre riempito il Pedroli, uno degli stadi con maggior affluenza di pubblico del girone A, forse meritano chiarezza. Anche perchè ripartire così, come se nulla fosse successo, sarebbe ancor più difficile. E il coronavirus in questo non centra davvero nulla